Contanti saluti

Noi, fra i politici che favoriscono il cash e i mafiosi che ne maledicono i limiti, preferiamo di gran lunga i secondi: almeno dicono la verità.

L’EDITORIALE DEL 5 MAGGIO 2023

Fino al 2002 il tetto ai pagamenti in contanti era di 10.329 euro. Poi il governo B.-2 lo alzò a 12.500. Nel 2007 il Prodi-3 lo abbassò a 5mila. Nel 2008 il B.-3 lo rialzò a 12.500, ma nel 2010 lo abbassò a 5mila e nel 2011 a 2.500. Nel 2012 il governo Monti lo ridusse a mille. Nel 2013 B. promise di rialzarlo, ma perse le elezioni. Provvide Renzi nel 2016 a portarlo a 3mila “per aiutare i consumi e dire basta al terrore: nessun favore a evasori e riciclatori, perché quei soldi sono comunque tracciati”. Applausi da Confindustria, Federazione Pubblici Esercizi e Unimpresa. Il Conte-2, nel 2020, lo riabbassò subito a 2mila per portarlo a mille dal 2022, fra gli strepiti di Renzi&C.. Ma poi arrivò Draghi e lo lasciò a 2mila. Il governo Meloni l’ha rialzato a 5mila e ha pure dichiarato guerra al Pos. Il vicepremier Salvini ha spiegato che “chi vuole pagare il caffè con la carta di credito è solo un rompiballe: io cerco di pagare in contanti, perché a me piace andare a prelevare al bancomat”. La premier invece ha dichiarato: “Aumentiamo il tetto al contante perché sfavorisce la nostra economia” e soprattutto “è falso che la possibilità di utilizzare moneta contante favorisce l’evasione fiscale: in primo luogo, come dice bene la Guardia di finanza, uno che vuole evadere evade comunque; ma soprattutto, per paradosso, più è basso il tetto al contante e più si rischia evasione perché siccome i contanti io posso averli in casa per svariati motivi, se non li posso spendere legalmente tenderò a farlo in nero. Quindi più abbassi il tetto al contante, più favorisci l’evasione; più fai salire il tetto al contante, meno favorisci l’evasione… Non c’è alcuna correlazione tra limiti ai contanti ed economia sommersa: l’ha detto Padoan, ex ministro Pd di Renzi”.

L’altroieri la Dda di Reggio Calabria ha arrestato 200 persone e ne ha perquisite 150 fra Italia, Belgio, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Romania, Slovenia e Australia per ’ndrangheta, traffico di droga e armi da guerra, riciclaggio e reati fiscali, sequestrando 23 tonnellate di cocaina e 25 milioni riciclati in decine di locali, alcuni a Roma. Il 22 novembre 2021 due degli arrestati, Francesco Giorgi e Francesco Nirta, vengono intercettati mentre contano i soldi incassati in nero col riciclaggio in un ristorante a Ponte Milvio e in altri cinque in Portogallo prima di spartirseli e maledicono l’obbligo del Pos: “Ci abbiamo perso un milione di euro”. “I due – annota il Gip – si lamentano dei pagamenti effettuati tramite Pos, circostanza che limita notevolmente il margine di manovra per distrarre somme dagli incassi della società”. Noi, fra i politici che favoriscono il cash e i mafiosi che ne maledicono i limiti, preferiamo di gran lunga i secondi: almeno dicono la verità.

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