L’Isis a Mosca. Accanto al terrorismo spontaneo c’è anche quello di Stato

Alessandro Orsini affronta il tema del terrorismo, mettendo in luce la distinzione tra il terrorismo di Stato e quello degli attori non statali, in seguito all’attacco dell'Isis a Mosca.

Alessandro Orsini affronta il tema del terrorismo, mettendo in luce la distinzione tra il terrorismo di Stato e quello degli attori non statali, in seguito all’attacco dell’Isis a Mosca. Orsini, noto per i suoi vent’anni di studi sul terrorismo, anticipa nel suo prossimo libro dedicato alla guerra in Ucraina e in Palestina, un approfondimento sul terrorismo di Stato, con un focus sul caso d’Israele, accusato di usare la fame come arma di guerra contro i palestinesi. La sua critica si estende oltre il singolo stato, rievocando storiche dittature come quelle giacobina, staliniana, maoista e quella di Pol Pot, e si impegna a combattere l’antisemitismo, sostenuto da figure ebraiche di spicco che condividono le sue vedute. Orsini denuncia inoltre gli attacchi alla libertà di critica in Italia, sottolineando il ruolo delle università nella difesa della libertà di espressione.

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L’Isis a Mosca. Accanto al terrorismo spontaneo c’è anche quello di Stato

di Alessandro Orsini

L’attentato dell’Isis a Mosca ha ricondotto tutte le attenzioni verso il terrorismo degli attori non statali. Una delle battaglie culturali di questa rubrica per il 2024 consiste nell’introdurre gli studi scientifici sul terrorismo di Stato nel dibattito pubblico italiano, sviluppati all’estero, ma ignorati in Italia.

Esistono, infatti, due tipi principali di terrorismo: il terrorismo di Stato e il terrorismo degli attori non statali. Al tema del terrorismo di Stato è dedicato il terzo capitolo del mio nuovo libro sulla guerra in Ucraina e in Palestina che uscirà per Paper First verso la fine di aprile. Dopo avere ripercorso la letteratura rilevante, mi occupo del caso d’Israele. Il terrorismo di Stato si definisce come l’uso spropositato della violenza politica contro una popolazione civile indifesa per terrorizzarla e costringerla ad aderire all’agenda del governo. Una delle tecniche tipiche degli Stati terroristi è l’uso della fame come strumento del terrore. Josep Borrell, capo della diplomazia dell’Unione europea, ha dichiarato, il 18 marzo scorso, che “Israele usa la fame come arma di guerra”. Oggi Israele ha bloccato gli aiuti alimentari dell’Unrwa a Gaza accusando Guterres di antisemitismo. La deputata americana Alexandria Ocasio-Cortez ha dichiarato che Israele sta compiendo un “genocidio” contro il popolo palestinese. Israele fronteggia un processo per genocidio al tribunale dell’Aja. Che si tratti di genocidio oppure no, l’Aja ha già riconosciuto che l’uso della violenza da parte d’Israele è spropositato.

Il mio interesse per gli Stati del terrore è antico; vanta più di vent’anni di studi e di ricerche. In Anatomia delle Brigate rosse (Rubbettino 2009), la cui terza edizione è uscita in questi giorni, mi sono occupato di quattro Stati del terrore: lo Stato giacobino, la Russia di Stalin, la Cina di Mao e la Cambogia di Pol Pot. Nel mio prossimo libro, individuo nove comportamenti d’Israele tipici degli Stati del terrore. Quanto alla querela della comunità ebraica di Roma per le mie tesi sul terrorismo di Stato, le questioni rilevanti sono due. La prima è che tantissimi ebrei in Italia e nel mondo condividono le mie stesse idee, a partire da Moni Ovadia, ebreo, che è anche la figura pedagogica più alta e importante del nostro Paese. La seconda è che ho dedicato tutta la mia vita a combattere l’antisemitismo e tutte le forme di razzismo. La mia lotta contro l’antisemitismo è dimostrata da una messe di documenti, inclusa la mia corrispondenza con l’ambasciata d’Israele a Roma che ha visto in me, per tanto tempo, un punto di riferimento nella lotta contro l’antisemitismo e nello scambio tra le università d’Israele e quelle italiane. Pubblicherò quella corrispondenza se sarà necessario, inclusi gli inviti esclusivi che ho ricevuto presso l’ambasciata israeliana a Roma in occasione delle ricorrenze più importanti per lo Stato d’Israele, come il settantesimo anniversario della nascita dello Stato d’Israele, quando fui ospite dell’ambasciatore israeliano, il 4 giugno 2018, all’Hotel Roma Cavalieri.

Nel mio libro, ISIS. I terroristi più fortunati del mondo (Rizzoli 2016) ho spiegato come l’antisemitismo distorca l’interpretazione della politica internazionale in Medio Oriente. Terminate le liste dei “putiniani”, ne appaiono di nuove. La libertà di critica in Italia è sottoposta a un attacco pervasivo. Per questo motivo, mi sono impegnato a ripubblicare su X i post per i quali sono stato querelato. Nelle società libere, spetta innanzitutto alle università difendere la libertà di espressione e di critica.

Il Fatto Quotidiano, 26 marzo 2024

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