A Kiev mancano i soldati. I disertori sono 650 mila

L’esercito di Kiev ha un serio problema di arruolamento, che sta portando all’esaurimento le truppe schierate al fronte che da 24 mesi non vengono rimpiazzate.

di Fabio Scuto

La questione Ucraina non si risolve solo con un maggior rifornimento di munizioni come il presidente Volodymyr Zelensky vuole far credere agli europei. L’esercito di Kiev ha un serio problema di arruolamento, che sta portando all’esaurimento le truppe schierate al fronte che da 24 mesi non vengono rimpiazzate. Mancano le reclute, e quando a piccoli gruppi vengono mandate in prima linea racconta un colonnello al Washington Post, “hanno la più alta possibilità di essere uccisi perché mancano di esperienza”.

I generali di Kiev sono stati chiari col presidente: servono 500 mila uomini per far fronte all’avanzata russa. Zelensky, respinge questa cifra sia in privato che in pubblico, ma è una posizione difficile da sostenere. Si rifiuta di abbassare l’età della leva da 27 a 25 anni. Ci sono già 650 mila disertori, secondo i dati della Bbc, o renitenti alla leva all’estero e il presidente teme che una nuova “chiamata” moltiplicherebbe i fuggitivi.

“Sono oltre 25 mila solo quelli che hanno trovato rifugio in Romania, Moldavia, Polonia, Ungheria e Slovacchia” spiega una fonte qualificata dell’intelligence di un Paese europeo, “solo in Svizzera sono quasi 18 mila e quasi 40 mila nei Paesi Ue”. A questi “vanno aggiunti i 24 mila arrestati mentre cercavano di passare la frontiera ucraina”. Dopo l’invasione russa alla maggior parte degli uomini fra i 18 e i 60 anni è stato vietato di lasciare l’Ucraina, ma in centinaia fuggono ogni giorno con diversi stratagemmi. Ci sono sei canali Telegram con migliaia di iscritti che offrono “servizi”, con l’aggiunta anche di “bambini fittizi” al nucleo familiare per facilitare l’asilo all’estero. L’opzione più richiesta è il Certificato di Esenzione Medica, noto in gergo come il “biglietto bianco”. La persona giusta, una settimana di attesa e 4.500 dollari, compresa la “stecca” per il funzionario. “Non è un problema solo di munizioni – spiega la fonte dell’intelligence – è un problema di uomini che le devono sparare. Non ci si può nascondere dietro il fatto che Ue e Usa non riforniscono abbastanza Kiev, l’Ucraina ha un serio problema di arruolamento e motivazione. Troppi poi gli scandali di corruzione proprio sulla vendita di armi e attrezzature”.

Un comandante di battaglione di una brigata meccanizzata impegnato sul fronte est ha raccontato al Washington Post che la sua unità ha meno di 40 soldati di fanteria schierati nelle trincee contro i russi. Un battaglione vero ne ha almeno 200. Per evitare ritorsioni gli ufficiali che parlano con il Wp vengono identificati solo col nome. Il colonnello Oleksandr spiega che le compagnie del suo battaglione hanno in media il 35% in meno degli effettivi. Alla domanda su quanti rinforzi ha ricevuto – esclusi i feriti lievi rientrati nei ranghi – risponde: “Cinque soldati negli ultimi 5 mesi. Le nuove reclute sono scarsamente addestrate, creando il dilemma sull’opportunità di mandarle subito in prima linea, è probabile che vengano uccise o ferite per inesperienza”.

“Abbiamo seri problemi con le nostre truppe” spiega Mykyta, vicecomandante di un battaglione di fanteria schierato al nord, “perché in questa guerra è la fanteria che difende e muore”. Ma anche la carenza di munizioni e di armi è un serio problema. “Dall’ultimo rifornimento ho ricevuto dieci proiettili di artiglieria per due cannoni”, racconta un comandante in Ucraina orientale. Ma gli arsenali Ue sono semi-vuoti e in misura ancora maggiore quelli Usa, anche per i generosi aiuti a Israele per la guerra di Gaza. Per mesi l’esercito ucraino ha cercato di sbarrare l’avanzata russa soprattutto con l’artiglieria per evitare scontri diretti con i fanti di Mosca, col risultato di sparare anche 100 mila proiettili al mese. Un consumo enorme, spesso dovuto all’inesperienza. Nessun Paese al mondo ha fabbriche da sostenere un tale consumo. La carenza di rinforzi e rimpiazzi può avere un effetto domino, spiegano gli ufficiali al Wp. I soldati dovrebbero stare tre giorni in trincea e tre nelle retrovie. Ma poiché mancano truppe, i tempi si moltiplicano o il personale nelle retrovie deve prestare servizio in prima linea. “I soldati sono mentalmente e fisicamente esausti – è sempre il colonnello Oleksandr che parla – devono essere sostituiti ma non c’è nessuno e il loro morale crolla, sarà difficile reggere un’offensiva estiva”.

Il Fatto Quotidiano, 27 marzo 2024

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