Femminismo in Italia

Le tre facce del femminismo

Il movimento femminile continua ad espandersi in tutto l’Occidente, nei paesi in via di modernizzazione, e cresce enormemente anche in Italia. E forse, proprio per questa sua crescita, sta per entrare in una nuova fase.

di Francesco Alberoni

Il movimento femminile continua ad espandersi in tutto l’Occidente, nei paesi in via di modernizzazione, e cresce enormemente anche in Italia. E forse, proprio per questa sua crescita, sta per entrare in una nuova fase. Anche in Italia non è più un movimento di avanguardia e di giovanissime arrabbiate. Si è allargato e si allarga a nuovi strati sociali e a nuove fasce di età. (…)

È difficile fare in questo campo delle schematizzazioni, ma il sociologo non ha altra strada che illustrare qualche tipo più diffuso. qualche modello. (…)

Il primo, non è un passaggio al femminismo, anche se risente dell’influenza del femminismo e della liberazione sessuale. Lo si trova nelle aree marginali del paese, nelle città del sud o della provincia. Riguarda donne sposate e con figli che sono vissute all’ombra del marito e che avevano accettato completamente il loro ruolo di moglie e di madre tradizionale. Moglie di un marito esemplare, che ama la sua famiglia, la sua casa, che non fa «mancare nulla». Un marito che vuole essere accolto con premura, assistito, servito, consolato per la difficile vita che fa
fuori: così arida, così dura, la «vita degli uomini». Fra queste donne serpeggia l’insoddisfazione e la rivolta. (…)

Il secondo tipo ha già vissuto questa esperienza eppure, partecipandovi nella cultura del tempo. ha imparato a diffidare della capacità liberante della coppia. Ed è qui che avviene il passaggio al femminismo perché al posto dell’altro, del lui uomo, la donna incontra le altre donne e quella cosa che un tempo era sconosciuta. la solidarietà femminile. Scopre di stare dalla loro parte, di trovarsi bene con loro, di trovare interessi in loro. (…) Poiché il femminismo è il più grande movimento di oggi, oggi le donne hanno questo privilegio sugli uomini: la rinascita e la speranza. Ma questa trasformazione, a me pare, ben difficilmente avviene se la donna continua a restare esclusivamente tra le mura domestiche. Per farlo le occorre un’esperienza diversa dalla pura domesticità, un lavoro. (…)

Il terzo gruppo è costituito invece dalle donne che hanno già provato l’amarezza di un amore deluso, la tristezza della solitudine. (…) Di donne però che hanno già vissuto anche l’esperienza del movimento, della solidarietà femminile e che si sono accorte che neppure il movimento dispone della bacchetta magica per risolvere tutti i problemi. (…) Ora fra costoro sta maturando una coscienza della forza del movimento sul piano culturale e politico, ma anche la consapevolezza che occorre conquistare personalmente l’autonomia individuale e la capacità di giudizio. Sono loro che al di fuori di ogni schema ideologico ottocentesco o medioevale, resistono tanto alla seduzione del fanatismo quanto alla seduzione delle antiche organizzazioni politiche. (…)

In Italia di tutto questo si vede poco perché le donne sono schiacciate dalla terribile discriminazione sul mercato del lavoro (tanto più grave in un periodo di disoccupazione) e anche dai partiti. (…) Però l’Italia appartiene all’Occidente e anche qui avverrà ciò che sta avvenendo altrove. D’altra parte ho l’impressione che stia maturando un incontro significativo: quello fra le donne più anziane che hanno vissuto questa esperienza e le giovanissime. (…)

Corriere della Sera, 7 febbraio 1978

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