La barzelletta europea continua, cosa diamine sono andati a fare a Washington è un mistero. Hanno giusto inquinato i cieli coi loro lussuosi voli di stato finanziati dai poveri cristi. Siamo politicamente davvero messi male. I popoli europei vogliono la pace ed investire i quattro spiccioli che avanzano per migliorare una vita sempre più misera, ed invece la banda europea continua a buttare miliardi nel pozzo nero ucraino ed ha addirittura lanciato il più imponente riarmo della storia per sconfiggere un nemico che esiste solo nella loro testolina tecnocratica. Invece cioè di dare retta ai loro cittadini, danno retta alla lobby della guerra camuffata da Nato e al demone russofobo, guerrafondaio e conformista che si è impossessato di loro.
Secondo gli osservatori più attenti, la gitarella fuori porta della rinomata banda europea serviva a fare da guardaspalle a Zelensky che altrimenti Trump avrebbe ripreso a ceffoni in mondovisione costringendolo magari pure a calare le braghe nere in diretta social. Guai, la banda europea è compatta nel sostenere l’eroico commediante ucraino e determinata nel continuare a negare la cruda la realtà che giunge dal fronte. Si riempiono la boccaccia con la parola pace, ma in realtà alimentano la guerra ed interferiscono nello sforzo di Trump di giungere ad un trattato di pace. Alcuni membri della banda vivono dentro una bolla propagandistica e credono che la vittoria militare con la Russia sia ancora possibile, altri cominciano ad avere qualche dubbio ma sono terrorizzati dal dover affrontare la realtà. Istinto di sopravvivenza poltronistica. Sono anni che mandano armi che finiscono in rottami e miliardi che finiscono in fumo, sono anni che boicottano ogni diplomazia e ragionamento, chi glielo va a raccontare ai malconci cittadini alla prossima carnevalata elettorale.
Quanto al summit, sembrava la riunione di una bocciofila, col vecchio presidente che passa il pallino ed i presenti che proclamano ai muri le loro perle e poi tutti a nanna senza che nessuno ci abbia capito una mazza. Pare comunque che Trump abbia gettato la scempiaggine del cessate il fuoco preventivo proposta dalla banda nel gabinetto. Era ora, Putin non lo vuole perché non gli conviene e non ha nessun senso pretenderlo. Altra perla della serata quella delle sicurezze militari all’Ucraina con proposte che scimmiottano l’articolo 5 della Nato. Come se non avessero ancora capito le vere ragioni della guerra e se la potessero cavare con qualche giro di parola. Se l’Ucraina vuole sicurezza deve piuttosto stare alla larga dai guerrafondai occidentali, deve liberarsi dalle camicie nere che sguazzano a Kiev e ricostruire rapporti diplomatici con Mosca in quanto vicino di casa. Il resto sono balle. E se Zelensky si ritirasse dalle scene, aiuterebbe enormemente. Altro che beatificazione, all’Ucraina serve una svolta politica e non altre illusioni militari. Di questo passo di quel paese non rimarrà nulla.
Se Trump fosse competente ed avesse gli attributi, avrebbe già fermato la guerra. Chiudendo il rubinetto di armi e dollari per Kiev, mettendo la banda europea a cuccia e mandando Mr Rutto a tuonare altrove. Ma c’è di mezzo anche il narcisismo che è debolezza e lo stato profondo che lo cura a vista come da tradizione della casa bianca. Adesso poi che le volpi europee comprano miliardi di armi Made in USA da regalare a Zelensky, la bulimica lobby della guerra sbava ancora di più. Ma comunque Trump ci sta provando ed ha il pregio di non essere russofobo. Il problema è che Zelensky e la banda europea si sono irrigiditi su posizioni irrealistiche e guerrafondaie, mentre se volessero davvero bene all’Ucraina accetterebbero le attuali condizioni di Putin perché le prossime potrebbero essere assai peggiori. Trump adesso sta provando ad organizzare un incontro diretto, ma salvo conversioni last minute, se le posizioni restano agli antipodi difficile che si arrivi ad un accordo. E a quel punto, l’unica via di uscita è che Putin raggiunga i suoi obiettivi strategici sul campo di battaglia ed imponga con la forza la sua volontà. E se a qualcuno non va bene, via con la terza guerra mondiale. Così la prossima gitarella fuori porta, la banda europea la farà a Mosca o Pechino per firmare la resa. Già, ancora tante incognite e una sola certezza, siamo politicamente davvero messi male.