Ursula von der Leyen

Quel ributtante spot ultra-bellicista di Ursula von der Leyen per le elezioni europee

Il video elettorale di Ursula von der Leyen è un inquietante spot che promuove un'Europa militarizzata, con toni apocalittici e un'estetica da wargame. Von der Leyen promette di rafforzare la difesa europea, evocando la minaccia russa e mostrando un'Europa unita solo nella guerra.

Il recente video elettorale di Ursula von der Leyen, candidata alla rielezione come presidente della Commissione europea, è un esempio sconcertante di propaganda bellica. Con toni apocalittici e un’estetica da wargame, il video presenta l’Europa come minacciata dalla Russia e promuove una visione militaristica e paranoica. Von der Leyen promette di “potenziare” la capacità industriale di difesa dell’UE, enfatizzando la necessità di armamenti e sicurezza, mentre passeggia tra le macerie di una città ucraina con giubbotto antiproiettile. Il messaggio è chiaro: votare per un’Europa forte, pronta a qualsiasi conflitto.

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di Daniela Ranieri

Una delle cose più ributtanti, per etica ed estetica, che sia dato vedere ultimamente è il video elettorale di Ursula von der Leyen, la quale, siccome tanto bene ha fatto al Continente promuovendo la pace e la concordia tra i popoli, si ricandida come presidente della Commissione europea.

Dovete guardarlo: è ineffabile. Una voce maschile editata stile wargame illustra una cartina dell’Europa tipo Risiko: “La guerra della Russia è ancora alle nostre porte”. Una scritta: la Russia influenzerà le elezioni. “I nostri nemici non si fermeranno di fronte a niente”. Stacco sulla Von der Leyen, che con la sua facie a metà tra un personaggio di Desperate housewives e un feldmaresciallo della Luftwaffe scandisce: “Il loro scopo è dividere le nostre società”, che invece sono così unite e fondate sull’uguaglianza dei cittadini.

“Vota per un’Europa forte che osa agire”, mentre la Von der Leyen passeggia cazzuta tra le macerie di una città ucraina, col giubbotto antiproiettile addosso e una messa in piega contundente che fa pensare allo sforzo bellico del suo coiffeur.
“Nel mio secondo mandato”, dice, “voglio potenziare (“turbo-charging” in originale, ndr) la nostra capacità industriale di difesa”. Ma già lo stavamo facendo: ci siamo impegnati con la Nato per portare al 2% le spese in armamenti e la Ue ha dirottato fondi del Pnrr sulla produzione di armi fingendo che la spesa rientrasse sotto la voce-fregatura “resilienza”. Ma perché questa atmosfera paranoica? Presto detto: eccola insieme a Zelensky, il quale ha molto da insegnare, in quanto a necro-propaganda bellica, a questa Letizia Moratti di proporzioni continentali (lui sfoderò agenzie di marketing e spin-doctor per realizzare il video in cui camminava in una Kiev pre-nucleare per farsi mandare più armi e renderla post-nucleare; era quando ci raccontavano che l’Ucraina avrebbe sconfitto la Russia).
“Siamo in un’era di riarmamento, l’Europa non può essere lasciata indietro”, dice la ex ministra della Difesa tedesca, che, a voler essere filologici, non può non amare l’esercito ucraino, infiltrato com’è di sani ragazzoni con la svastica tatuata che alla sera leggono Kant (fonte: Repubblica). Ecco, non dimentichiamo la lotta alla “disinformazione”, quella russa ovviamente.
Bisogna agire, dice la signora cotonata, assetata di sangue fresco. Noi siamo i Buoni. Mandiamo più missili, carri armati, truppe e, perché no, qualche bombetta nucleare; in alternativa neutralizziamo Putin a spruzzi di lacca.

Il Fatto Quotidiano, 2 giugno 2024

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