Perché contestare Dio, Patria e Famiglia favorisce il Capitalismo

Contestare "Dio, Patria, Famiglia" oggi favorisce il capitalismo moderno, che punta a disumanizzare l'uomo eliminando legami religiosi, familiari e comunitari.

Il trinomio “Dio, Patria, Famiglia” è stato criticato in passato come simbolo di potere clericale, retorica militarista e ipocrisia borghese, ma rappresenta anche valori morali, vincoli oltre le regole di mercato e comunità affettive. Contestare questi elementi oggi equivale a favorire l’individualismo del capitalismo moderno, che mira a disumanizzare e mercificare l’uomo, eliminando ogni legame religioso, familiare e comunitario.

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È stato giusto, in passato, contestare il trinomio “Dio, Patria, Famiglia”. Se Dio è il potere dei preti; Patria la retorica militarista; Famiglia, l’ipocrisia della famiglia borghese o il familismo amorale e velatamente mafioso di tanti italiani, non si può che essere ostili a Dio , alla Patria e alla Famiglia.

Il fatto è che Dio, la patria e la famiglia sono anche qualcosa d’altro. La religione dà dei precetti morali non negoziabili. La Patria crea dei vincoli che prescindono dalle regole di mercato. La famiglia è una comunità d’affetti non riducibili al calcolo del dare e dell’avere.

È per queste ragioni che il capitalismo moderno, nella sua ansia forsennata di creare individui isolati che competono tra loro nell’unica realtà ammessa, vale a dire l’economia di mercato, ha preso di mira sia Dio, che la patria, che la famiglia.

I risultati di questo assalto sono sotto gli occhi di tutti. Oggi non ci sono quasi più preti e l’unica religione tollerata è quella New Age, priva di dogmi e precetti morali. Il patriottismo è accettato per la durata dei campionati del mondo di calcio, in tutte le altre occasioni anche il più blando richiamo agli interessi nazionali viene derubricato sotto il termine infamante di “sovranismo”. Quanto alla famiglia, la sua crisi è certificata da un semplice statistica: quasi la metà dei matrimoni celebrati in Italia nel nuovo millennio è andata in pezzi nel giro di pochi mesi.

Se questa è la situazione, che senso ha prendersela con un nemico fittizio? Non nego la buona fede di molti che, come degli svaniti don Chisciotte, vanno all’assalto di fantasmi privi di sostanza e non riescono a staccarsi dagli schemi mentali della loro giovinezza. Si tratta di figure tragiche che meritano umana pietà. Accanto a loro vi sono però personaggi molto più smaliziati, che perseguono la disumanizzazione dell’uomo e la sua riduzione, nel corpo e nello spirito, a merce tra le arte. Per raggiungere questo obiettivo essi devono distruggere ogni vincolo religioso , familiare e comunitario.

Deve essere chiaro che, nelle attuali condizioni, contestare Dio, la Patria e la Famiglia significa fare quello che il potere vuole.

Silvio Dalla Torre

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