Modalità opossum

di Marco Travaglio Il via libera di Conte a Matteo Ricci nelle Marche è forse obbligato, ma rischioso. Dalle carte finora rese pubbliche – l’invito a comparire come indagato per...

di Marco Travaglio

Il via libera di Conte a Matteo Ricci nelle Marche è forse obbligato, ma rischioso. Dalle carte finora rese pubbliche – l’invito a comparire come indagato per corruzione – si evince che la vecchia giunta Ricci a Pesaro affidò senza gara appalti ed eventi a due associazioni create ad hoc da amici del suo braccio destro che poi lo “ringraziarono” con 100 mila euro. Ma non emergono elementi che dimostrino la sua consapevolezza o complicità nello scambio. E nessuno sa se i pm che lo accusano di concorso in corruzione quegli elementi li posseggano e li tengano nel polsino o no. Giusto prendere tempo per leggere le carte disponibili e attendere gli interrogatori: se i Ricci-boys avessero accusato l’ex sindaco che li scarica di essere connivente con loro, non solo il M5S avrebbe dovuto mollarlo, ma forse persino il Pd avrebbe estratto la testa dalla sabbia. E scelto una linea un po’ meno indecente del “Ricci si dice estraneo, quindi è estraneo” (oste, è buono il vino?). Ma i Ricci-boys hanno fatto scena muta. E nessuno può sapere quando parleranno e cosa diranno: confermeranno la sua difesa insaputista (“Non so nulla perché non mi occupavo di appalti”) o la smentiranno, magari sollecitati da qualche asso uscito dalla manica dei pm? Nel primo caso, Ricci ha la strada spianata, elettori permettendo. Nel secondo, la partita chiusa ieri si riaprirà con la richiesta di rinvio a giudizio quando non ci sarà più nulla da fare: se sarà prima delle elezioni, i 5Stelle inviteranno a non votare Ricci; se sarà dopo, usciranno dalla giunta (come in Puglia da quella di Emiliano, neppure indagato), oppure il Pd si ricorderà di avere un Codice etico che impone le dimissioni ai rinviati a giudizio per corruzione.

Quindi Conte sostiene Ricci come la corda sostiene l’impiccato: appoggio condizionato e a tempo. Il che rende ancor più assurde le decisioni del Pd di candidarlo e, con l’aggravarsi dello scandalo, di confermarlo: Ricci, eurodeputato da appena un anno, tale doveva restare per onorare il mandato degli elettori fino al 2028. Ora invece, se sarà eletto presidente delle Marche, passerà mesi o anni appeso agli umori dei suoi ex fedelissimi. Queste sono le ragioni, non penali ma politiche, che avrebbero dovuto indurre il Pd, a conoscenza del caso fin dall’inizio, a scegliere un altro. Invece Schlein&C. si sono finti morti in modalità opossum. Come a Milano, dove mesi di inchieste giornalistiche e poi l’avviso a Sala e le richieste d’arresto per il resto del Sistema Milano non sono bastati per affrontare una questione morale (non penale) grande come un grattacielo. Così ieri gli arresti sono arrivati. Ma l’opossum, dopo essersi finto morto per sfuggire ai predatori, si rimette in piedi. Nel Pd ancora tutto tace: più che tanatòsi, è rigor mortis.

Il Fatto Quotidiano, 1 agosto 2025

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