Chi non muore si rivede.
“Mistificazione pro-Pal. La grande bufala del bimbo che muore di fame a Gaza. Secondo il Fatto, Osama al-Raqab è vittima della carestia imposta da Israele. In realtà è da 45 giorni nel nostro Paese, dove viene curata la sua fibrosi cistica” (Libero, 27.7).
Ecco perché era scheletrito: Israele, per curarlo meglio dalla fibrosi cistica a Gaza, l’aveva messo a dieta; oppure, siccome era malato, aveva pensato che tanto moriva lo stesso.
Ripetizioni.
“Mastteo Ricci al M5S: ‘Non prendo lezioni di onestà’” (Sole 24 ore, 25.7).
Tranquillo, si era notato.
Orologeria.
“Quando le procure indagano a sinistra. Prima il caso Milano ancora irrisolto, subito dopo le Marche. Tempistica singolare” (Stefano Folli, Repubblica, 24.7).
Silvio, sei tu?
Lui.
“Con la separazione delle carriere il suo sogno oggi si trasforma in realtà: il nostro presidente, dall’alto dei cieli, credo sorrida e guardi soddisfatto il lavoro dei suoi allievi” (Pierantonio Zanettin, senatore FI, 22.7).
Ma chi, Gesù?
Alla turca.
“Nordio vuole il sistema Turchia” (Vladimiro Zagrebelsky, Stampa, 21.7).
Ma perché, Berlusconi era turco?
Gli amuleti.
“Sala? Spero non sia un teorema come accadde a mio padre”, “Quel parallelo col caso Toti: il politico ridotto a criminale” (Stefania Craxi e Filippo Facci, Giornale, 18.7).
Ma quindi ’sto Sala è proprio colpevole?
Le mele con le pere.
“I 5Stelle infieriscono su Sala. L’ira dei riformisti dem: ‘Se iniziassimo a usare il loro stesso metodo con Todde?’” (Giornale, 22.7).
Basta aspettare che venga indagata per falso e induzione indebita anche lei.
Saliscendi.
“Meloni, mille giorni da premier: il consenso sale al 36%” (Stampa, 27.7).
Il governo Meloni, partito col 41% dei voti, è salito al 36% di consensi. Figurarsi se calava.
Dentrofuori.
“Pronto il piano carceri. Meloni annuncia: ‘10 mila posti entro il 2027’” (Stampa, 23.7).
“Il governo vara il piano carceri: ‘Diecimila fuori in anticipo’” (Repubblica, 23.7).
Li mettono fuori per poi rimetterli dentro.
Oscurati.
“È incredibile che ‘M’, una serie di questa bellezza, di questa potenza, non abbia ancora una seconda stagione. Chiediamoci perché” (Antonio Scurati, 25.7).
Non sarà che tutta questa bellezza e potenza le ha viste solo lui?
Che acume/1.
“Augusta Montaruli (FdI): ‘Strana coincidenza: tutti gli indagati dem sono dell’ala riformista’” (Giornale, 24.7).
Bisogna assolutamente convincere qualche non riformista a rubare anche lui.
Che acume/2.
“‘L’impronta 33 è di Sempio. Rilevati sangue e sudore’. Secondo la perizia della difesa Stasi, l’orma è frutto di una pressione sul muro esercitata con il peso del corpo ” (Messaggero, 28.7).
E tutto questo l’han visto da una foto del muro, con gli occhialetti ai raggi X dell’Intrepido.
Più ne ammazzi, meglio è.
“No, Gaza non è Srebrenica. Paragonarla fa male alla pace… A Srebrenica il bilancio stimato dell’eccidio è 8.372 morti. Nulla di simile si vede, per fortuna, nel già tragico scenario di Gaza” (Davide Assael, Domani, 24.7).
Ma infatti: a Gaza solo 60 mila morti, mica 8.372.
L’informatissimo.
“Tutti sanno che Ricci è una persona perbene, lui su La7 ha spiegato di essere estraneo… Ma i 5 Stelle sono sempre quelli di ‘Onestà! Onestà!’ a patto che non si tratti della Appendino e della Raggi… Conte vuole tornare a Palazzo Chigi per la terza volta… Capace di qualsiasi magia pur di soddisfare la propria ambizione… Nel 2013 i 5Stelle decidono che magari è il caso di reclutare qualche giurista. E Alfonso Bonafede – già leggendario dj alla discoteca Extasy di Mazara Del vallo, poi due volte pure Guardasigilli – dice: ‘Io ne conosco uno’… Conte diventa premier e abbraccia i leghisti, poi li molla. Quindi s’accuccia a Draghi. Intanto diventa amico di Trump. E abbraccia Putin” (Fabrizio Roncone, Corriere della sera, 27.7).
Ricci è indagato per corruzione, Raggi e Appendino non lo sono mai state. Bonafede è un avvocato dal 2006, non un dj. Conte fu chiamato dai 5Stelle nel 2018, non nel 2013. Non mollò i leghisti, ma ne fu mollato nel 2019 con la crisi del Papeete. Draghi divenne premier sei mesi prima che lui fosse eletto leader M5S. Con Trump era così amico che ci si scontrò sulla Via della Seta e sul golpe Guaidò in Venezuela. Non ha mai abbracciato Putin. E ogni leader di partito del mondo, dalla notte dei tempi, aspira a governare. Ma tutto questo un giornalista del Corriere mica è tenuto a saperlo.
Il titolo della settimana/1.
“La linea morbida dell’Ue sulle tariffe per incassare il sostegno degli Usa a Kiev” (Stefano Stefanini, Stampa, 27.7).
Che non fa parte dell’Ue. Furba, l’Ue.
Il titolo della settimana/2.
“Nobel per la Pace a Zelensky? Dove si firma?” (rag. Claudio Cerasa, Foglio, 9.7).
Nel più vicino ospedale psichiatrico.
Il titolo della settimana/3.
“Antifascisti di tutto il mondo, dove siete quando si parla di Putin?” (rag. Cerasa, Foglio, 26.7).
Col battaglione Azov, ovviamente.
Il titolo della settimana/4.
“Il Sud regno degli abusi. Ma i pm si accaniscono solo su Milano, la città più virtuosa” (Facci, Giornale, 26.7).
Chissà perché i pm di Milano indagano su Milano e non, per dire, su Termini Imerese. Bisogna indagare.
Il Fatto Quotidiano, 28 luglio 2025