L’erba voglio

di Marco Travaglio Come tutti sapevano da almeno un anno, Trump mantiene la promessa e inizia a smettere di armare l’Ucraina. Finiti gli ultimi stock decisi da Biden, game over....

di Marco Travaglio

Come tutti sapevano da almeno un anno, Trump mantiene la promessa e inizia a smettere di armare l’Ucraina. Finiti gli ultimi stock decisi da Biden, game over. Zelensky ha avuto tutto il tempo per prepararsi al nuovo scenario. Invece, drogato con promesse vuote e illusioni irresponsabili dagli “alleati” europei, ha fatto finta di nulla. E ora lancia allarmi fuori tempo massimo e fuori da ogni logica. Gli stessi dei nostri giornaloni: “Trump taglia le armi e Kiev rischia di perdere la guerra”. Notizia stravecchia: a parte i tre mesi della prima controffensiva (agosto-ottobre 2022), l’Ucraina perde da tre anni: non ha mai battuto sul campo i russi, che nei rari momenti di difficoltà, ripiegavano per risparmiare uomini; e, dopo il clamoroso flop della seconda controffensiva del 2023, non fa che arretrare sugli oltre mille km di fronte. Perdeva quando riceveva armi e miliardi Nato a getto continuo (quasi 350 miliardi in tre anni); continua e continuerà a perdere senza le armi di Trump, anche se Merz e qualche altro genio acquisteranno i Patriot dagli Usa per farne omaggio a Zelensky. Il quale, nel dicembre ’24, era finalmente giunto alle stesse conclusioni tratte dal generale Usa Milley nel novembre ’22 e dall’ex portavoce di Zelensky, Arestovich, e dall’allora comandante Zaluzhny (subito licenziato) nel novembre ’23: “Non riusciremo a riconquistare i territori occupati”.

In quel preciso istante, per salvare il salvabile in vite umane e territori, avrebbe dovuto proporre il cessate il fuoco e il congelamento del conflitto sulla linea del fronte, senza nuove inutili stragi. Invece, mentre Trump e Vance cercavano di ancorarlo al principio di realtà (“Non hai carte da giocare”), l’Ue urlava all’agguato, prometteva altre armi e varava nuove sanzioni “fino alla vittoria sulla Russia”, mentre i “volenterosi” deliravano di inviare truppe. Perciò i negoziati a Istanbul sono in stallo: i russi avanzano (da due anni ininterrotti) come il coltello nel burro e non hanno alcun interesse a fermarsi, salvo proposte che non possano rifiutare. Ma deve avanzarle chi perde. Putin ha due opzioni, entrambe vincenti (win win): continuare a combattere per completare la conquista delle regioni annesse; o fermarsi e ottenerle a tavolino. Trump la pace con Putin l’ha già siglata, al di là dei teatrini telefonici: lo usa su Medio Oriente, Cina e Baltico, in attesa che la guerra in Ucraina finisca per consunzione della medesima; risparmia miliardi sulle armi e ne guadagna altri dagli euro-polli che gliene comprano molte di più col riarmo al 5% di Pil. Resta da capire cosa vogliano Zelensky e l’Ue, a parte passare il tempo a prendere a testate la realtà e a ripetere che Putin è cattivo. Ma a questa domanda può rispondere solo uno psichiatra.

Il Fatto Quotidiano, 5 luglio 2025

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