Aspettando Gadot

Gli attori Gerard Butler, scozzese, e Gal Gadot, israeliana, diserteranno Venezia dopo che il collettivo di artisti Venice4Palestine ha chiesto di ostracizzarli perché “sostengono ideologicamente e materialmente la condotta politica e militare di Israele”.

di Marco Travaglio

Di questo passo l’Italia vincerà il Nobel per la Censura. E pure l’Oscar, trattandosi di cinema. Gli attori Gerard Butler, scozzese, e Gal Gadot, israeliana, diserteranno Venezia dopo che il collettivo di artisti Venice4Palestine ha chiesto di ostracizzarli perché “sostengono ideologicamente e materialmente la condotta politica e militare di Israele”. Ora, è comprensibile il senso di impotenza che attanaglia tutti sul massacro impunito di Gaza. Ed è giusto chiedere spazi alla Biennale per condannare Israele e solidarizzare con i palestinesi. Ma additare colleghi come nemici da cacciare per le loro idee, fossero anche le più aberranti, è illiberale. Valeva per Gergiev e tutti gli artisti, atleti e intellettuali russi discriminati a causa del loro governo. Vale per Woody Allen collegato col Festival di Mosca e scomunicato da Kiev. E vale per Butler e Gadot. Lei è la nipote di un superstite di Auschwitz che perse l’intera famiglia e si rifugiò in Israele, dove è nata e ha prestato il servizio militare obbligatorio. Choccata dal 7 ottobre, solidarizzò col suo Paese e si batté per gli ostaggi, incontrandone i parenti molto critici con Bibi. Nel 2019, popolarissima per Wonder Woman, aveva attaccato Netanyahu in campagna elettorale: “Quando diavolo sentiremo un membro del governo dire davanti alle telecamere che Israele è il Paese di tutti i suoi cittadini, inclusi gli arabi? Siamo tutti uguali, anche gli arabi sono esseri umani”.

Butler invece partecipò a raccolte-fondi per i soldati israeliani con altre star di Hollywood, da Schwarzenegger a De Niro a Larry King, nel 2016 e nel ’18: che colpa può avere in uno sterminio iniziato 7 e 5 anni dopo? E, posto che Butler e Gadot non hanno ucciso o torto un capello ad alcuno, che c’entrano i loro pensieri, parole e omissioni con una rassegna di cinema? Niente: come il putinismo di Gergiev invitato e disinvitato a Caserta non per un comizio su Kiev, ma per un concerto. Perché mai i due attori non dovrebbero sfilare sul red carpet per presentare un film sulla Divina Commedia girato in Italia, con le altre star del cast, da Scorsese a Pacino? E se fosse invitato De Niro, qualcuno gli urlerebbe di starsene a casa perché 9 anni fa era alla raccolta-fondi con Butler? Netanyahu teme sanzioni economiche ed embarghi sulle armi. Se Butler e Gadot non vanno a Venezia se ne frega. Anzi, siccome la Gadot aveva osato criticarlo, ne sarà felice. Nel 2022, appena l’Ucraina fu invasa, il Festival della fotografia europea di Reggio Emilia rispedì indietro Alexander Gronsky, celebre fotografo russo, dunque certamente putiniano. Quello rientrò a Mosca, manifestò in piazza contro la guerra di Putin e fu arrestato dalla polizia di Putin. Cose che capitano quando si confonde un popolo col suo governo.

Il Fatto Quotidiano, 26 Agosto 2025

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