La verità fa vergognare il complottismo. Ma farla emergere è una lotta. Pare che perfino l’Intelligenza Artificiale sia taroccata alla fonte da qualche misteriosa lobby altolocata. Figuriamoci il resto. Menomale che ormai i blog rimpiazzano i giornali, i podcast le televisioni ed i cittadini i giornalisti. Ma non è facile. Prendi Trump che ha promesso un’età dell’oro e si sta rivelando di letame. Escono dati economici che non gli piacciono e lui licenzia in tronco la direttrice dell’istituto di statistica. Non riuscendo cioè a cambiare la realtà economica, cambia i dati e scarica la colpa su qualche manovra nemica. Siamo al complottismo governativo. Ancora più emblematico il caso Epstein, il più scabroso scandalo di pedofilia della storia americana con il presidente coinvolto di persona e una rete di ricatti politici legata ai servizi segreti israeliani ancora tutta da chiarire. Un cavallo di battaglia del complottismo nero che si è rivelato veritiero, ma siccome dà fastidio ai potenti di turno, lo stanno insabbiando a badilate. Siamo alla censura governativa contro presunti complottismi sfruttati per raccattare voti. La novità è che Trump ha trasferito la compagna e complice di Epstein condanna a vent’anni per traffico di minori, da un carcere duro ad un mezzo residence e molti vociferano che stia trattando per graziarla in cambio della bocca cucita sulle porcherie di Trump con le ragazzine ma anche su quelle della lobby sionista. Complottismo che lotta con la verità. E pure duramente.
A Gaza intanto Trump è addirittura complice di una carestia, come se oltre ad essere stato comprato un milione di dollari al chilo, fosse anche ricattabile. Ma il complottismo è più rapido della verità e bisogna avere pazienza. Fiduciosi che prima o poi la verità trova sempre un modo per riemergere. E questo nonostante il capitalismo si sia fagocitato perfino il giornalismo e lo sfrutti alla bisogna. La notizia sul genocidio a Gaza ci ha messo quasi due anni per essere data con un minimo di decenza. E questo perché scomodissima per la propaganda sionista e destabilizzante per il conformismo carrierista. E si sa, l’autocensura è più efficacie della censura. Più capillare, più affidabile soprattutto in un’era di arrivismo galoppante. Mentre a Gaza crepano decine di migliaia di bambini innocenti, si disquisisce se si possono usare certe paroline come genocidio o meno. Ed in effetti olocausto è sempre più appropriato come termine. Uno dei tanti della storia ma anche qui conta molto da chi lo subisce. Mitico il caso del genocidio degli armeni ancora oggi negato e censurato aspramente dal governo turco e rilegato nel dimenticatoio della storia. Manipolazioni dell’informazione che nel lungo periodo diventano manipolazioni storiche.
Ma tornando sulla nostra sponda dell’Atlantico, imperversa il caso del marito di Macron. Anche qui, verità che fanno vergognare il complottismo. Più che Brigitte Macron si tratterebbe di un certo Jean-Michel che dopo avere avuto tre figli ha cominciato la transizione tra ormoni, tette finte e parrucche. E sarebbe in quella fase che avrebbe incontrato un giovanissimo Macron e sarebbe nato il sodalizio amoroso. Sono usciti libri in merito e la stampa underground pullula. Tra le prove più schiaccianti la conclamata omosessualità del presidente francese oltre che un buco nero sui primi trent’anni di vita di suo marito Jean-Michel. Vanno poi aggiunti due piedoni ed un andamento da metalmeccanico della “première dame” oltre che strane protuberanze che compaiono da sotto i vestiti e tutta una serie di stravaganti episodi tra cui la famosa ultima cena di transessuali all’inaugurazione olimpica. Ma il complottismo è più rapido della verità e bisogna avere pazienza. Fiduciosi che prima o poi un modo per emergere lo trova. È vero, il capitalismo si è fagocitato tutto e il giornalismo non fa certo eccezione. Ricchi e quindi potenti che tra i privilegi pretendono anche quello di controllare la narrazione pubblica e quindi il consenso e quindi il potere e quindi la storia. Col conformismo arrivista a fungere da principale alleato del sistema. Ma grazie alle nuove tecnologie e a cittadini sempre più emancipatati, siamo già in una nuova era. Coi media mainstream in caduta verticale rimpiazzati da blog e podcast e cittadini consapevoli che vanno a cercarsi le informazioni senza bersi quelle manipolate da chissà chi e chissà perché. Una lotta dura ma ampiamente ripagata soprattutto quando la verità fa vergognare il complottismo.