Leggere “Foreign Affairs” senza però capirci niente

Leggere “Foreign Affairs” senza però capirci niente di Alessandro Orsini Carlo Calenda cita furiosamente “quell’articolo di Foreign Affairs” in un profluvio di insulti contro “gli ignoranti che non conoscono l’inglese”....

Leggere “Foreign Affairs” senza però capirci niente

di Alessandro Orsini

Carlo Calenda cita furiosamente “quell’articolo di Foreign Affairs” in un profluvio di insulti contro “gli ignoranti che non conoscono l’inglese”. Purtroppo, conoscere l’inglese senza avere studiato la metodologia delle scienze storico-sociali conduce a gravi errori. Paolo Mieli e Tonia Mastrobuoni hanno lo stesso problema di Calenda.

In primo luogo, l’articolo che obnubila Calenda è di Samuel Charap e Sergey Radchenko, The talks that could have ended the war in Ukraine su Foreign Affairs del 16 aprile 2024. Preciso subito che Charap e Radchenko hanno pubblicato un secondo articolo sul tema: Why Peace Talks Fail in Ukraine, 8 maggio 2025, medesima rivista. Gli apologeti di Zelensky affermano che i colloqui della primavera 2022 fallirono perché Putin non volle dare all’Ucraina adeguate garanzie di sicurezza. Peccato che Foreign Affairs abbia scritto che è stato l’Occidente a negare quelle garanzie. Leggiamo ciò che Charap e Radchenko scrivono nell’articolo dell’8 maggio 2025 sui colloqui di Istanbul della primavera 2022: “La mancanza di volontà occidentale di fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina ha rappresentato una sfida importante per il raggiungimento di un accordo; rimane un ostacolo. […]. Istanbul ha dimostrato che, quando si è arrivati al dunque, i sostenitori occidentali dell’Ucraina non erano disposti a fornire a Kiev le garanzie che riteneva essenziali per la sua sicurezza”. Nella primavera 2022 – leggiamo su Foreign Affairs del 16 aprile 2024 – gli Stati Uniti si rifiutarono di impegnarsi a entrare in guerra con la Russia nel caso in cui, dopo la pace, Putin avesse attaccato nuovamente l’Ucraina. Foreign Affairs scrive che il 9 aprile 2022 Boris Johnson si recò a Kiev per persuadere Zelensky a non firmare nessun accordo con Putin, secondo quanto riporta il Wall Street Journal nell’articolo del 5 gennaio 2024 di Yaroslav Trofimov, Did Ukraine Miss an Early Chance to Negotiate Peace With Russia?. È stato lo stesso Johnson a raccontarlo. Foreign Affairs lo conferma. Breve: l’Ucraina non ha le garanzie richieste da Zelensky per una decisione di Biden, Draghi, Meloni, Macron, Stoltenberg e dei tanti “amici” dell’Ucraina. Questo è ciò che scrive Foreign Affairs nei due articoli in oggetto.

Per riconoscere questa elementare verità, basta compulsare le dichiarazioni di Zelensky, il quale ha rimproverato la Nato di averlo illuso e tradito. Il 14 giugno 2021 la Nato ha svolto un meeting a Bruxelles, le cui decisioni sono state pubblicate in un documento di 79 paragrafi. Al paragrafo 69 è scritto che l’Ucraina diventerà membro della Nato. I dettagli sono nei miei libri: Ucraina. Critica della politica internazionale (2022) e Ucraina-Palestina. Il terrorismo di Stato nelle relazioni internazionali (2024).

Non è vero che Foreign Affairs ha scritto che Zelensky si ritirò dai colloqui della primavera 2022 perché Putin non gli concedeva garanzie di sicurezza. Gli autori spiegano il ritiro di Zelensky dalle trattative con una messe di ragioni. Una delle più importanti è che Zelensky si persuase di potere sconfiggere la Russia. Charap e Radchenko scrivono: “L’ottimismo di una parte belligerante sulle proprie prospettive sul campo di battaglia può anche indebolire il suo interesse a raggiungere un accordo”. È significativo che questo brano si trovi sia nell’articolo del 16 aprile 2024, sia nell’articolo dell’8 maggio 2025. Che cosa vuol dire questo brano? Vuol dire che la fiducia di Zelensky nella vittoria sulla Russia ridusse la sua propensione a chiudere un accordo. Nella primavera 2022, Zelensky e la Nato commisero l’errore di sottovalutare il potenziale bellico della Russia. Zelensky assicurò che la sua controffensiva avrebbe spazzato via i russi dai territori occupati. Mieli disse di essere certo della sconfitta della Russia. Calenda iniziò a festeggiare la vittoria in un tweet insultante dell’11 novembre 2022. Meloni scommise pubblicamente sulla vittoria dell’Ucraina. Iniziata il 5 giugno 2023, la controffensiva ucraina si è risolta in un disastro. A differenza di Federico Rampini, la cui onestà intellettuale merita una lode, Mieli, Calenda e Mastrobuoni non vogliono ammettere di avere sottovalutato la Russia. E attribuiscono a Foreign Affairs tesi e idee mai pubblicate. Scoppiata la guerra, feci questa previsione sotto forma di proposizione bivariata: “Quanto maggiore sarà il volume di fuoco dell’Ucraina contro la Russia, tanto più grande sarà il volume di fuoco della Russia contro l’Ucraina”. Nella Primavera 2022, dissi: “Attenzione, la Russia sta combattendo con le mani dietro la schiena”. Oggi l’Occidente implora una tregua ai piedi di Putin. Un abbonamento a Foreign Affairs non rende esperti, come Calenda afferma. L’analisi critica dei documenti storici è cosa seria.

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