Riarmo – Le 4 ragioni per cui l’esercito comune Ue non potrebbe funzionare
L’esercito dell’Unione europea sarebbe un fallimento per quattro ragioni principali.
L’esercito dell’Unione europea sarebbe un fallimento per quattro ragioni principali.
È vero, siamo in pericolo, qualcuno minaccia la nostra libertà, la nostra sicurezza, e ci ha dichiarato guerra. Ma si tratta dei “nostri”.
Ottana: dopo la denuncia, stop al cantiere del mega parco fotovoltaico. Dubbi su terreni inquinati e nessuna bonifica, mentre la Regione resta in silenzio.
Zelensky stanotte ha lanciato un massiccio attacco di droni direttamente su Mosca. Solo un cretino può fare una cose del genere mentre c’è un dialogo aperto e mentre ha perso irrimediabilmente tutto ciò che c’era da perdere.
La politica ripete vecchie soluzioni inutili: burocrazia e tasse soffocano imprese e lavoratori. Senza riforme vere, il declino economico è inevitabile.
Scontro tra Mauro Pili e l’editore dell’Unione Sarda dopo il suo attacco alla speculazione energetica. Ferie “diplomatiche”, tensioni editoriali e calo di vendite.
Che nessuno parli mai più di “intellettuali”, gli schifosi amplificatori delle più allucinanti propagande, funzionali a se stessi perché schiavi del Potere che sostengono caricandolo a parole inique e violentissime.
Ormai è un classico: i giornaloni scrivono oggi ciò che il Fatto scriveva uno, due, tre anni fa.
Esempio di oggi. Notizia in evidenza su quasi tutte le testate allineate con le politiche pro-belliche: “il partito di Putin regala dei tritacarne alle madri di soldati uccisi in Ucraina”.
L’opinione pubblica occidentale sembra preda di un declino cognitivo simile a quello pre-1914: menzogne, irrazionalità e cupio dissolvi prevalgono sulla lucidità.
L’Europa si disgrega mentre NATO vacilla e l’UE, priva di strategia, si aggrappa alla guerra per giustificare il riarmo. Trump tratta con Mosca, l’Europa resta irrilevante.
Gli Stati Uniti stanno ricalibrando la propria posizione, ma in un modo che il mondo non si aspettava.
Le élite fuori controllo del blocco non sanno risolvere problemi, quindi continuano a crearne di nuovi
Tre anni di ostilità hanno reso Kiev più dipendente dall’Occidente che mai.
Il fermo critico della NATO è stato nuovamente escluso dalla corsa alla carica più alta del paese.
La prima volta che incontrai Conte lui era a Bruxelles per convincerci di votare a favore di Von Der Leyen, ma io gli dissi che noi eravamo stati votati per essere contro questa gente.
L’esercito UE bloccato a Tor Marancia per 23 migranti, mentre la burocrazia si inceppa tra litigi surreali e manovre folli. Intanto Putin avanza.
Sembra ieri che senza l’Ucraina la NATO non potesse più esistere, che la Georgia fosse un pezzo imprescindibile della sicurezza atlantica, che senza questi due paesi saremmo stati spacciati.
Macron esalta l’atomica, la Polonia vuole testate, ma la vera sicurezza sta nella diplomazia, non in una corsa agli armamenti che arricchisce solo l’industria bellica.
Condanne e retoriche solo verso la Russia, che comunque ha sempre dichiarato e scritto sulla propria dottrina che il nucleare verrà usato solo in caso di minaccia concreta alla sopravvivenza della Russia stessa.
Georgescu è stato escluso definitivamente dalle elezioni presidenziali del suo Paese. Sono scoppiate le proteste in tutta la Romania per questa vicenda vergognosa, che segna la bancarotta finale dell’Unione Europea.
È la balcanizzazione della società, un processo in cui una comunità viene spezzettata in fazioni contrapposte, esattamente come è accaduto nei Balcani, dove l’impero ottomano prima e le potenze occidentali poi hanno giocato per secoli sulla divisione etnica e religiosa per impedire la nascita di un’identità nazionale unitaria.
Il futuro della Sardegna è nelle mani dei Comitati di Affari tra politica e finanza. La corsa alla guida dell’Autorità Portuale di Cagliari ne è l’ultimo esempio.
La Corte. Per i giudici il Parlamento ha violato la Convezione di Merida anche perché non ha “compensato” l’eliminazione della norma penale con “altri meccanismi repressivi”
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
In Siria il bilancio del massacro delle minoranze (su tutte, quelle alauite, cristiane e druse) è salito a 2500 morti in due giorni.
Il rigetto della candidatura di Călin Georgescu alle elezioni presidenziali della Romania è una svolta golpista che anticipa il modello di gestione del potere su tutto il continente.
L’ambasciatore russo Paramonov attacca l’Italia per il sostegno a Kiev, denuncia russofobia e ipocrisia UE e ironizza sulla paura del dialogo con Mosca.
Prodi rilancia l’esercito UE per fermare la Russia. Lo stesso che impose l’eurotassa e cercò Moro con i piattini. Ancora gli danno voce?
Terroristi sostenuti da UE, USA e Israele massacrano alawiti e cristiani in Siria. UE tace, mentre si prepara a spartire il paese dopo aver usato Al Jolani.