Biden Trump Reality Show
Il dibattito tra Biden e Trump è una spettacolarizzazione sterile che distrae dai veri problemi. L’Italia, importando queste dinamiche, perde autonomia e deve ritrovare una politica estera indipendente.
Il dibattito tra Biden e Trump è una spettacolarizzazione sterile che distrae dai veri problemi. L’Italia, importando queste dinamiche, perde autonomia e deve ritrovare una politica estera indipendente.
Biden rappresenta una demenza senile che lo rende ridicolo e pericoloso, mentre Trump manipola la realtà con un narcisismo estremo. Entrambi esprimono una demenza collettiva di faziosità e conflitto egoistico che ha privato i cittadini del potere decisionale.
Nel confronto tra Trump e Biden, Biden è apparso confuso e manovrato, sollevando dubbi sulla guida degli USA e compromettendo la reputazione dell’Occidente.
La Russa propone di eliminare i ballottaggi per combattere l’astensionismo, ma ignora che il problema non si risolve così facilmente. Se davvero volessero cambiare qualcosa, dovrebbero iniziare a mantenere le loro promesse elettorali.
Kaja Kallas, neo-responsabile della politica estera UE, propone lo smembramento della Russia e guida con posizioni russofobiche nonostante scarsa legittimazione democratica.
Meloni, dalla spocchia elettorale agli abbracci ai burocrati europei, ora compromette tutto per tenere Fitto ai fondi. L’unico cambiamento? La sua casa.
Tentato golpe in Bolivia contro Luis Arce fallisce grazie alla mobilitazione popolare. Ambiguo silenzio USA solleva sospetti dati i rapporti di Arce con Russia e BRICS.
Zelensky, il guitto per eccellenza e marionetta di Washington, si congratula su X con Mark Rutte per la sua nomina a Segretario generale della Nato, definendolo “un leader forte e rispettoso dei principi”.
A giudicare dalla reazione scomposta dei Super Sionisti del Foglio, il boicottaggio dei prodotti israeliani, fra gli strumenti utilizzabili per convincere Israele a rispettare il diritto internazionale, è dei più temuti. Perché funziona, come informa il movimento Bds.
I giornalisti italiani ignorano Julian Assange, che ha svelato verità scomode mentre Usa e Uk lo perseguitavano. La stampa mondiale esulta, la nostra lo denigra.
Stanno scegliendo presidente della Commissione UE, presidente del Consiglio UE e ministro degli esteri UE senza che Meloni e Salvini stiano toccando palla.
Berlusconi rinasce con la SBE e un libro di Blair, ricordando il suo plagio dell’Utopia e i goffi tentativi di corrompere il prof. Firpo con regali.
Un incidente a Stoccarda ha colpito la scorta di Orban, ma solleva dubbi: è davvero una coincidenza che politici anti-globalisti subiscano spesso “incidenti”?
La guerra è usata dall’Occidente per preservare l’egemonia economica, mascherata da etica, ignorando compromessi diplomatici e accettando rischi nucleari.
L’attacco a Sebastopoli mostra il silenzio della politica italiana, implicando il ruolo di Sigonella e la complicità dell’Occidente nel terrorismo di stato.
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
PARIGI IN NERO – Macron ha aperto le porte del potere alla destra di Le Pen, concentrando le sue accuse sulla sinistra unita nel Fronte Popolare: criticare le stragi di Israele diventa un marchio d’infamia
Ciro, detenuto a Nisida, smaschera la favola dell’uguaglianza costituzionale italiana e Amato risponde con nostalgia per un’epoca perduta. Intanto, la sinistra ha regalato alla destra un’Italia frammentata con la brillante riforma del Titolo V.
COME FINIRE LA GUERRA – Per la quinta volta la Russia propone una nuova trattativa e le sue richieste sono discutibili, compresa la ridefinizione dei confini. Gli Stati Uniti devono dismettere la strategia neocon e sedersi al tavolo
di Alessandro Orsini In Italia esiste un “blocco della guerra” che utilizza tre modi per creare consensi intorno all’invio di armi in Ucraina: minimizzazione, negazione e nascondimento. Ognuno di questi…
Jeffrey Sachs critica l’influenza neoconservatrice USA in Ucraina, sostenendo che solo la neutralità e la diplomazia, non la guerra, possono salvare il Paese dal disastro.
I “riformisti” della Seconda Repubblica, incapaci di fare riforme vere, copiano le idee della destra e si oppongono ai referendum per paura di dover scegliere.
Aleksandar Vucic avverte che l’Europa è vicina a una catastrofe e critica l’Occidente per non cercare la pace, sottolineando l’importanza di negoziati prolungati.
Premierato e riforme frammentano l’Italia e creano instabilità. Ribaltoni e governi tecnici restano, rendendo il secondo premier paradossalmente più forte.
Grillo spinge per un 5Stelle moderato con Conte, ma insiste sull’umorismo per voti, ignorando i temi seri. La crisi iniziata nel 2021 richiede un ritorno a “né destra né sinistra”.
Mattarella denuncia la disinformazione russa ignorando quella in Italia, elogiando chi reprime le opposizioni. L’informazione corretta è evidentemente un concetto elastico.
Il governo Meloni spinge l’Italia verso guerre, rendendo urgente riflettere sulla libertà d’informazione in politica internazionale. Tre paradossi mostrano come l’informazione italiana esalti la libertà ma non la verità, un problema critico in tempi di conflitto.
Il comunicato del G7 è un esempio perfetto di come parlare a vanvera per 36 pagine, proponendo soluzioni contraddittorie e ipocrite. Nel frattempo, i Brics si divertono a costruire un nuovo ordine mondiale, ridendo delle nostre sanzioni e dei nostri piani di pace.
Fassino, tra un furto al duty free e un tweet su Putin, fa ridere i social. La sua politica estera profuma di ipocrisia, come il suo Chanel Chance.
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