Trump e l’ordine del caos: i destini mondiali legati a un uomo
Il tycoon ricomincia da dove può cogliere subito frutti: il mito americano. La sua narrazione esalta la volontà, dunque la certezza di tornar grande
Il tycoon ricomincia da dove può cogliere subito frutti: il mito americano. La sua narrazione esalta la volontà, dunque la certezza di tornar grande
È quel criminale di Netanyahu il primo premier ospite di Trump alla Casa Bianca. E non poteva essere altrimenti con tutti i soldi che si è intascato dai lobbisti sionisti per rivincere le elezioni.
Il fuggitivo dell’Aia Benjamin Netanyahu sedeva accanto a Donald Trump mentre il presidente degli Stati Uniti martedì dichiarava inequivocabilmente alla stampa che il piano per Gaza è di rimuovere definitivamente tutti i palestinesi dall’enclave.
Prepotenza, arroganza, sopraffazione contro qualche capo espiatorio. Egoismo che si fa politica che si fa sistema. Un capo supremo, dei gerarchi leccapiedi attorno e delle masse imbesuite di propaganda sotto ai balconi oggi social.
È sbalorditivo ascoltare gli esponenti delle due destre (centrodestra e centrosinistra) che scoprono solo ora l’imperialismo USA grazie a Trump, ignorando ciò che era chiaro da decenni a chi osserva con attenzione la geopolitica.
Trump minaccia dazi e l’UE, senza più difese, subisce. Senza cooperazione con la Russia, siamo in balia di Washington e ora fingono di scoprirlo.
Il multimilionario e transumanista Elon Musk lancia il demenziale movimento Make Europe Great Again. Forse che Washington aspira a rendere l’Europa “di nuovo grande” tramite dazi e magari anche sanzioni?
Il presidente russo, parlando alla tv di Stato, dichiara che il tycoon “ripristinerà l’ordine molto rapidamente”. E il segretario della Nato Rutte sollecita gli Alleati sull’obiettivo del capo della Casa Bianca: aumentare oltre il 2% la spesa militare
Il presidente Usa ribadisce l’intenzione di tassare anche le merci importate dall’Europa. Il Wall Street Journal lo attacca: “La guerra commerciale più stupida del mondo”
Trump e la sua ciurma sembrano fatti apposta per smascherare le ipocrisie del fighettismo “democratico”, politicamente corretto, woke e finto buono.
Gli Stati Uniti monitorano utenti UE tramite Big Tech. Il TADPF, basato su garanzie fragili, rischia il collasso sotto la presidenza Trump, minacciando i trasferimenti dati.
L’ascesa di Trump riflette i fallimenti sistemici di Obama e Biden. Il tradimento della classe lavoratrice da parte delle élite mette in luce contraddizioni pronte per essere sfruttate dall’azione della sinistra.
Trump si insedia alla Casa Bianca tra spettacolo e paradossi. Cambia il volto, ma il capitalismo resta intatto: finta antitesi, stessi interessi dominanti.
Inizia con una balla il bis di Trump. Fanno la cerimonia dentro non per il freddo ma perché non si presenterebbe neanche un cane e c’è pure il rischio di qualche malintenzionato.
Il “trumpismo”, secondo Dugin, è una forza multipolarista passiva, ma in realtà perpetua dinamiche imperialiste americane, rafforzando il controllo USA su Europa e mondo.
Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha condiviso senza commenti su Truth Social un video in cui Jeffrey Sachs, professore della Columbia University, definisce il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu un “figlio di puttana subdolo e malvagio” e lo accusa di aver coinvolto gli Stati Uniti in “guerre senza fine”.
Trump promette di rilanciare l’America con tariffe e reindustrializzazione, ma consumismo, inflazione e il boom della Cina rendono il suo obiettivo irrealizzabile.
La presidenza Trump riflette la tensione tra retorica populista e limiti istituzionali, evidenziando il potere reale degli apparati e le sfide globali degli USA.
Meloni, prigioniera del narcisismo di Trump: due ore di documentario complottista, applausi forzati e sudditanza in stile “Silvio & le Olgettine”.
Meloni svende l’Italia: 1,5 miliardi a Musk per controllare le telecomunicazioni. Altro che sovranismo, è sudditanza mascherata da patriottismo.
Le contraddizioni della NATO si aggravano: l’Europa sfida la mediazione USA, prolunga le guerre per procura in Ucraina e Siria, mentre in Palestina il terrorismo di Stato continua impunito.
Trump vuole chiudere la guerra NATO-Russia. Il “Partito della Guerra” fomenta crisi e attentati per impedirlo, spingendo verso un’escalation pericolosa.
Riapre Notre Dame, Macron sfila tra leader stanchi e ipocrisie. Si celebrano simboli mentre l’Occidente ignora tragedie come Palestina e conflitti globali.
Trump rieletto presidente: l’America ha scelto il meno ipocrita. Tra guerre mascherate da missioni umanitarie e l’élite democratica, cambia il volto ma non la sostanza.
Trump simbolo del declino USA, dominato da lobby e capitalismo sfrenato. La Cina avanza con una strategia ibrida, superando l’Occidente in tecnologia e mercato.
di Giuseppe Salamone Questa storia si potrebbe riassumere con tre parole: circo, Hollywood e propaganda guerrafondaia. Partiamo dall’inizio ovvero dall’attentato ai danni di Trump perché è di questo che si…
Il dibattito tra Biden e Trump è una spettacolarizzazione sterile che distrae dai veri problemi. L’Italia, importando queste dinamiche, perde autonomia e deve ritrovare una politica estera indipendente.
Biden rappresenta una demenza senile che lo rende ridicolo e pericoloso, mentre Trump manipola la realtà con un narcisismo estremo. Entrambi esprimono una demenza collettiva di faziosità e conflitto egoistico che ha privato i cittadini del potere decisionale.
Nel confronto tra Trump e Biden, Biden è apparso confuso e manovrato, sollevando dubbi sulla guida degli USA e compromettendo la reputazione dell’Occidente.
È la prima volta dal 1988 che il dibattito tra i candidati alla presidenza non viene organizzato dalla “Commission on Presidential Debates” ma direttamente da un network, appunto Cnn, che ha fissato regole molto precise.