Aki Kaurismäki fa il marxista «Io, al bar con i disoccupati»
«Racconto la recessione a Helsinki, qualcuno deve pur farlo». I suoi miti sono Bergman (dal quale ha comprato la cinepresa), Buñuel e Ozu.
«Racconto la recessione a Helsinki, qualcuno deve pur farlo». I suoi miti sono Bergman (dal quale ha comprato la cinepresa), Buñuel e Ozu.
Un documentario sulle luci e le ombre di uno dei più grandi registi di teatro e cinema
A ogni altra considerazione sul film che Pasolini ha tratto dal Vangelo secondo Matteo bisogna avanzare una premessa: l’azzardo ha avuto già il suo premio nel coraggio, nella buona fede, nella rigorosa aderenza al testo sacro.
Ora «Il Vangelo secondo S. Matteo» riesce nelle sale restaurato da Mediaset proprio in concomitanza con l’invasione del film di Gibson
Accettate che il vostro umile critico non si sogni nemmeno di fare paragoni cinematografici: vi basti la certezza che registi credenti e bigotti riescano a fare solo dei santini, mentre registi atei possono firmare dei capolavori dello spirito
Qual è la differenza fondamentale tra questi due tipi di cinema, il cinema di prosa e il cinema di poesia? Il cinema di prosa è un cinema in cui lo stile ha un valore non primario, non appariscente, non clamoroso: mentre lo stile del cinema di poesia è l’elemento centrale, fondamentale. In parole molto povere, nel cinema di prosa, non si sente la macchina da presa e non si sente il montaggio, cioè non si sente la lingua – la lingua traspare sul contenuto e ciò che conta è quello che viene narrato. Nel cinema di poesia invece si sente fortemente la macchina da presa, si sente fortemente il montaggio.
—Da una lettera di Pasolini a Marco Bellocchio
Con Blow up Antonioni ci ha dato il suo film più personale, dopo Il grido, quello in cui meglio ci comunica le sue inquietudini di uomo di cinema. («La realtà io l’ho conosciuta fotografandola quando ho cominciato a riprenderla con la macchina da presa, un po’ come in Blow up; in questo senso credo che sia il mio film più autobiografico. È stato proprio fotografando e ingrandendo la superficie delle cose che io ho cercato di scoprire quello che c’era dietro. Non ho fatto altro nella mia carriera».)
Quasi privo di musica (un flauto nel deserto, una chitarra nell’ultima inquadratura) Professione reporter è forse il più bel film “muto” degli ultimi cinquantanni, quello in cui meglio viene orchestrata la voce del silenzio. Chi dopo Blow up pensava che Antonioni non sarebbe riuscito a superarsi sbagliava.
Il film di Hitchcock è un capolavoro di precisione, il frutto di un’organizzazione implacabile e di una sapienza cinematografica che potrebbe sbalordirci, se avessimo tempo.
Zeitgeist: Moving Forward è un film documentario del 2011 diretto, prodotto e distribuito da Peter Joseph. È il terzo capitolo di Zeitgeist: The Movie e segue cronologicamente a Zeitgeist: Addendum. L’opera identifica alcuni problemi della società, e propone un modo per vivere in equilibrio con l’ambiente, senza inquinare né distruggere le risorse naturali.
Nel nuovo film di Max Barbakow due invitati ad un matrimonio si ritrovano intrappolati in un loop temporale