Che cos’è oggi l’Europa?
Tutti si stracciano le vesti perché Trump sta avvicinando la pace in Ucraina più di quanto abbiano fatto i santoni dell’atlantismo progressista in tre anni di carneficina.
Tutti si stracciano le vesti perché Trump sta avvicinando la pace in Ucraina più di quanto abbiano fatto i santoni dell’atlantismo progressista in tre anni di carneficina.
L’intelligenza artificiale generativa non è solo una questione tecnologica, ma una nuova arena di scontro geopolitico.
La borghesia bellicista e il ritorno del mostruoso
Ursula Von der Leyen vuole aggirare il voto del Parlamento Europeo per quanto riguarda il suo folle pacchetto di riarmo da 800 miliardi di euro.
La credibilità si misura nelle scelte, e finora l’unica scelta fatta è stata quella di restare sempre un passo indietro rispetto a chi comanda davvero. Perché chi comanda parla poco, decide molto e non ha bisogno di spiegare ogni giorno a se stesso che esiste.
Paolo Mieli infligge il colpo di grazia a Trump: boicotta i cocktail all’ambasciata USA e arruola l’Europa per la guerra. Alla Casa Bianca tremano.
Le due incendiarie – L’Unione è condannata all’irrilevanza se, invece di prendersela con Trump, non richiama all’ordine i rappresentanti che vogliono prolungare la guerra: da Von der Leyen all’estone Kallas
Il problema non è tanto Macron in sé, quanto il fatto che le sue follie trovano eco in un’Europa che non sa più distinguere tra strategia e isteria.
L’acclamato film non ha trovato un distributore negli Stati Uniti perché svela verità che gli americani non dovrebbero vedere.
Le recenti elezioni all’interno del blocco e dei suoi stati satelliti hanno mostrato una decisa emarginazione dei candidati non appartenenti all’establishment.
Prima dice che è bello non far più guerre ma poi ci parla dei guerrieri europei del passato “feroci, formidabili, orgogliosi e vittoriosi”, e della guerra come “l’esperienza plenaria, l’accadimento fatidico, il momento della verità”.
Antonio Scurati su Repubblica celebra la guerra come “genesi di senso”, cercando di vendere il riarmo a un’Europa disillusa. Ma chi morirebbe per Ursula e Soros?
Com’era prevedibile, Donald Trump torna a giocare la carta dell’isolazionismo strategico, sventolando la minaccia di un ritiro degli Stati Uniti dalla NATO.
Rispetto al conflitto russo-ucraino, versione ufficiale vuole che la svolta sia avvenuta in un’ora e mezzo di telefonata tra Trump e Putin.
Oggi Landini, di fronte al folle piano di Ursula Von Der Leyen ha subito cercato un freno a mano e l’ha trovato proprio a Bruxelles, dove partecipa all’esecutivo della Confederazione europea dei sindacati.
Lo spettacolo offerto alla stampa dall’incontro tra Zelensky e Trump sembra emblematico degli ultimi rantoli del partito della guerra. Domandiamoci chi guadagni da questo conflitto e avremo i primi schizzi del mostro.
Qualcosa si muove, finalmente, nella morta gora italiana. Mentre gli euro-pusher del bellicismo si oppongono alla pace in Ucraina, i 5Stelle e Avs non sono più soli nel rifiuto del pensiero unico armato.
Il miliardario ha ricordato l’ammissione del senatore Chris Murphy sul fatto che Washington abbia contribuito a favorire un “cambio di regime” nel 2014.
Il blocco ha aumentato le importazioni di GNL dal paese sanzionato, secondo i dati del settore.
Secondo il vicepresidente, un accordo con gli Stati Uniti rappresenta una garanzia di sicurezza migliore per Kiev rispetto alle truppe di un Paese che non combatte da decenni.
Ministro , il popolo ha fame! “Che mangino ostriche…con IVA abbattuta al 10-%” La distanza tra i problemi del Paese e le priorità di chi partecipa alle degustazioni di ostriche…
L’interesse del presidente USA per l’isola artica ha sconvolto la campagna elettorale in vista dell’11 marzo.
Illustrando gli obiettivi per il suo secondo mandato, il presidente ha espresso la sua opinione su temi come le tariffe, che non sono supportate da indicatori economici e ricerche.
Il presidente USA si vanta dei “progressi straordinari” della sua agenda a poche settimane dall’inizio del secondo mandato.
Sono i leader di un Paese che ne determinano la politica ed ogni volta è solo questione di portare il popolo dove lo si vuole.
Volodymyr Zelensky, ha deciso di cambiare copione. Fino a ieri, il presidente ucraino era il fiero guerriero della resistenza, quello che “mai e poi mai” avrebbe trattato con Mosca senza condizioni favorevoli a Kiev. Oggi, invece, scopriamo che è pronto a sedersi al tavolo delle trattative sotto la regia di Donald Trump.
L’esecutivo Meloni con il milleproroghe obbliga centinaia di migliaia di imprese a farsi questa polizza catastrofale e garantisce alle assicurazioni miliardi di euro di profitti.
Ogni cittadino è responsabile delle proprie azioni e dovrebbe valutare i politici, i loro partiti e i programmi su tantissimi aspetti, soprattutto quelli dell’etica pubblica, della moralità e della legalità. Dovrebbe valutare “la credibilità per la collettività”.
Sono tre anni che ci dicono che bisogna ammassare armi in Ucraina per far cessare questo conflitto. Se ieri la Schlein avesse detto come Orwell che la guerra è pace avrebbe fatto più figura.